sabato, 27 Luglio 2024

Lo ‘Special one’ scala il vulcano

Entrati in servizio presso la Funivia dell’Etna del Gruppo Russo Morosoli due Unimog U 5023 per il trasporto dei turisti dalla stazione d’arrivo della cabinovia alla sommità dell’Etna

Con un paragone calcistico lo si potrebbe definire lo ‘Special one’, un camion unico nella sua categoria, adatto alle missioni offroad più impegnative. E’ il Mercedes-Benz Unimog UHE, un trazione integrale con spiccate doti per il fuoristrada estremo, abbinabile a un ampio ventaglio di sovrastrutture. Proprio come i due U 5023 con allestimento autobus realizzato dallo specialista Tomassini, recentemente entrati in servizio presso la Funivia dell’Etna del Gruppo Russo Morosoli di Catania.

I bus fuoristrada servono per il trasferimento dei turisti dalla stazione d’arrivo della funivia, situata a 2.500 metri sul livello del mare, fino quasi alla sommità del vulcano, a circa 3.000 metri di quota. L’altezza totale dell’Etna è, però, variabile a causa dell’attività eruttiva sommitale, con oscillazioni comprese fra i 3.350 m rilevati nel 1981 ai 3.320 m per il cratere di Nord-est, collassato nel 2019.

I due Unimog U 5023 della Funivia dell’Etna montano la motorizzazione OM 934 LA Euro VI Step E di 5,13 litri di cilindrata da 231 Cv, con coppia massima di 900 Nm a 1.400 giri al minuto. Il propulsore è abbinato al cambio UG 100/8 a 8 rapporti. Le spiccate capacità fuoristradistiche dei due veicoli sono legate alle particolari soluzioni costruttive adottate dalla Casa tedesca. Che includono il telaio con curvatura centrale a elevata elasticità torsionale, gli assali a portale con ampia luce libera da terra, le sospensioni con tubi di spinta e molle elicoidali, il sistema di supporto a tre punti del motore, del cambio, della cabina di guida e della sovrastruttura e tre bloccaggi dei differenziali.

Le sospensioni posteriori

Tutto ciò permette un’escursione degli assi fino a 30 gradi, una capacità di torsione fino a 600 mm in diagonale, mentre la struttura completamente saldata del telaio assorbe le elevate sollecitazioni torsionali tipiche della marcia in offroad. La curvatura centrale della struttura, infine, favorisce l’abbassamento del baricentro a fronte di un’elevata altezza libera dal suolo, oscillante fra 480 mm (anteriormente) e 493 mm in corrispondenza del secondo asse (per l’autotelaio non allestito). Elevati sono anche i valori dell’angolo d’attacco (46 gradi, per il cabinato privo di allestimento), di quello d’uscita (50 gradi), dell’angolo di rampa (36 gradi) e di quello di ribaltamento in condizioni statiche (38 gradi). Gli U 5023 della Funivia dell’Etna sono abbinati a un allestimento autobus da 26 + 2 posti (in alternativa, 22 + 2 + una carrozzella) realizzata dalla Tomassini di Passignano sul Trasimeno (Perugia).

Gli interni

La carrozzeria, costruita in tubolari d’acciaio con rivestimento in alluminio e materiali compositi, prevede una coibentazione termoacustica del tetto e delle fiancate, oltre a una finestratura panoramica per consentire la massima visibilità agli escursionisti. Sulla fiancata di destra è ricavata una porta d’accesso roto-traslante ad azionamento elettrico, mentre un sollevatore elettro-idraulico posteriore consente l’incarrozzamento dei passeggeri con ridotte capacità motorie.

I due Unimog U 5023 recentemente entrati in servizio si aggiungono al parco mezzi della Funivia dell’Etna, costituito da 22 bus fuoristrada. “Sono veicoli soggetti a un uso intensivo – spiega Francesco Russo Morosoli, Titolare della società catanese – poiché ogni anno portiamo in vetta circa 400mila visitatori, partendo dalla stazione d’arrivo della cabinovia, situata a 2.500 metri di quota.

Francesco Russo Morosoli, Titolare della società catanese

In passato l’impianto raggiungeva, attraverso una tratta intermedia, i 3.000 metri, ma le continue eruzioni e i danni causati alle strutture dalla lava ci hanno costretto ad arretrare la stazione a monte fermandoci a 2.500 metri. Da lì gli Unimog trasportano i turisti in prossimità della vetta, superando un dislivello di 500 metri nell’arco di 6 chilometri. E’ un percorso breve ma difficile, con curve strette, che sottopone i mezzi a elevate sollecitazioni torsionali. Inoltre, gli Unimog lavorano in un ambiente ‘ostile’ per la presenza di polveri vulcaniche abrasive di diversa granulometria, che tendono ad accumularsi sui componenti meccanici e sui filtri”.

Come mai ha preferito gli Unimog di Mercedes-Benz per questa specifica missione di trasporto? “Si è trattato di una scelta storica – conclude Russo Morosoli – che risale alla metà degli anni ’80 del secolo scorso. Fu mio padre, dopo un’indagine di mercato, a preferire i veicoli della Stella, della quale è stato anche concessionario per alcuni decenni. La stessa storicità riguarda gli allestimenti di Tomassini, che sono montati anche sui bus di maggiore anzianità di servizio”.

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