Il 2023 si è chiuso in Italia con risultati decisamente positivi per l’immatricolato dei commerciali leggeri e per i camion sopra le 3,5 tonnellate di massa totale a terra, ma con una flessione del 7,9% nel comparto dei rimorchiati. E’ quanto emerge dati diffusi a gennaio di quest’anno dall’ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Automobilistica, e dall’UNRAE, l’Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri. Nel dettaglio, nell’intero anno si sono registrate 196.525 immatricolazioni di mezzi leggeri, oltre 35 mila in più delle 160.839 unità del 2022, pari a un incremento del 22,2%, in linea con le stime delle associazioni dei costruttori.
È il risultato migliore degli ultimi sette anni, dopo i 200.464 pezzi registrati nel 2016. Sul fronte delle motorizzazioni dei commerciali, nel 2023 rispetto al 2022, il diesel ha recuperato quasi 4 punti di quota, all’80,4% del mercato totale. Il Gpl rimane sostanzialmente stabile al 3,1% di share, i veicoli con trazione elettrica a batterie (BEV) si portano al 3,1% (+0,4 punti in percentuale), e i Plug-in allo 0,6%. I propulsori a benzina scendono di 1,1 punti, al 4,3% di share, i veicoli ibridi di 2,5 punti, all’8,4%, il metano allo 0,2% di quota. La CO2 media ponderata dei veicoli con massa totale a terra fino a 3,5 t nell’intero 2023 cresce del 4,3% a 190,2 g/Km (rispetto ai 182,3 g/Km del 2022). Il trend positivo dei mezzi leggeri è continuato anche a dicembre 2023 con 17.716 immatricolazioni, in crescita del 25,3% rispetto alle 14.143 dello stesso mese 2022. Il mercato dei veicoli industriali sopra le 3,5 tonnellate ha fatto registrare un incremento del 12,2% sul 2022, secondo UNRAE (per ANFIA l’aumento è, invece, dell’11,3%), attestandosi a 28.600-28.700 unità, contro le 25.700 circa dell’anno precedente. Il dato positivo fotografa la miglior crescita del mercato dal 2008, con un +12,6% per i pesanti, +15,8% per medio-leggeri, -11,1% per la fascia dei leggeri e oltre 3.000 unità immatricolate in più rispetto al 2022. Sempre nel periodo gennaio-dicembre 2023, gli autotelai cabinati risultano in rialzo del 13,2%, mentre i trattori stradali chiudono a +9,5%. Nello stesso lasso di tempo, crescono i veicoli da cantiere (+14,6%) e mantengono una variazione positiva anche i camion stradali (+11%). Analizzando il mercato per tipologia di alimentazione, nel 2023 la quota dei veicoli alimentati a gas risulta dell’1,8% (era del 3,7% a gennaio-dicembre 2022), per un totale di 520 unità, mentre gli autocarri elettrici e ibridi diesel-elettrici rappresentano l’1,1% del totale (erano lo 0,1% da gennaio a dicembre 2022).
Forte contrazione a dicembre
Tutto bene, dunque, sul fronte dei mezzi oltre le 3,5 tonnellate? Non proprio. Lo scorso dicembre, infatti, il comparto dei veicoli industriali ha fatto registrare una brusca frenata, con le immatricolazioni ferme a 1.851 unità rispetto alle 2.587 del 2022 (-28,5%). Tutte le categorie di peso hanno chiuso l’ultimo mese dell’anno in negativo: il segmento dei pesanti con massa uguale o superiore a 16 t ha visto il calo più consistente del 30,8%, seguito dal segmento dei leggeri fino a 6 t che mostra un disavanzo del 23,1%, mentre i medio-leggeri nella fascia tra le 6,01 t e le 15,99 t segnano una flessione a doppia cifra del 13,3%. Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, ha commentato così i dati del mercato: “Valutiamo positivamente l’andamento complessivo dell’anno, a riprova della dinamicità del settore dei veicoli industriali, che rappresenta notoriamente la cartina di tornasole dello stato di salute dell’economia del nostro Paese. Ciononostante, il dato registrato a dicembre (-28,5%), unitamente al calo della domanda già in corso da mesi, lascia presagire una contrazione del mercato nel 2024”. Dello stesso tenore il commento di Luca Sra, Delegato ANFIA per il trasporto merci, che ha affermato: “Nel mercato degli autocarri si è registrata a dicembre una significativa contrazione delle immatricolazioni che, pur non compromettendo il risultato cumulato del 2023 rispetto ai dodici mesi precedenti, testimonia nuovamente i limiti delle attuali misure discontinue a supporto del rinnovo del parco, che non producono un’effettiva riduzione dell’età media del circolante”.
Bus, cresce l’immatricolato, ma il circolante è vecchio
Incrementi a due cifre nel 2023 anche il comparto degli autobus. I libretti di autobus rilasciati sono stati 5.119 (+56,2% rispetto a gennaio- dicembre 2022). Tre segmenti su quattro hanno mostrato una variazione positiva nel cumulato: +72,8% gli autobus adibiti al TPL (Trasporto pubblico locale), +58,6% i minibus e +49% gli autobus e midi-bus turistici, mentre gli scuolabus contengono la flessione al 2,9%. Secondo l’alimentazione, la quota di mercato dei bus con motorizzazioni gas è stata del 17,6% a gennaio-dicembre 2023 (contro il 17,9% del 2022), mentre gli elettrici, ibridi diesel-elettrici e ibridi metano-elettrico hanno rappresentano il 21,1% (contro il 7,2% a gennaio- dicembre 2022). “Il mercato autobus lo scorso anno in Italia ha chiuso a poco più di 5.000 unità, con una crescita, rispetto al 2022, del 56,2% – ha affermato Andrea Rampini, Presidente della Sezione Autobus di ANFIA. Si assiste ad un aumento generalizzato, con un incremento deciso nel segmento dei Classe II, che ha beneficiato anche della spinta della gara centralizzata di Consip. È importante sottolineare che i volumi di immatricolazione, seppur positivi, non sono da considerare un fatto straordinario per un Paese come l’Italia che su questo terreno deve ancora fare molta strada. La media dell’età del parco circolante italiano resta ancora più alta dei Paesi più industrializzati e la proroga sui mezzi Euro II e Euro III rappresenta un freno sul piano della transizione energetica del comparto. Come ricordato più volte da studi autorevoli, è necessario programmare un piano decennale che preveda l’immissione di circa 4.000 autobus all’anno per portare la media del parco a 7 anni di età, allineando così l’Italia ai suoi più importanti partner europei”. Le dolenti note riguardano il comparto dei trainati. Il mercato dei rimorchi e semirimorchi ha, infatti, chiuso in perdita il 2023, consolidando un disavanzo annuale del 7,9% rispetto al 2022 e una perdita in volumi di 1.233 mezzi immatricolati, complice un calo delle immatricolazioni registrato in otto dei dodici mesi dell’anno. Il dato di dicembre è il risultato peggiore dell’anno, con appena 869 unità immatricolate contro le 1.316 del 2022 (-34,0%). Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, ha così commentato i risultati del mercato: “Dobbiamo purtroppo constatare che il 2023 non ha mantenuto le previsioni di crescita sperate e che il mercato ha subito le gravi conseguenze dell’elevato costo dei finanziamenti alle imprese, con il comparto dei veicoli trainati chiamato a fronteggiare un netto calo della domanda negli ultimi mesi”.