La redazione di Allestimenti & Trasporti ha avuto l’occasione di intervistare in esclusiva Massimo Dodoni, Amministratore Delegato di DAF Veicoli Industriali SpA. Di seguito è riportato un estratto dell’intervista, che sarà poi possibile leggere nella versione integrale sul prossimo numero della rivista, disponibile a breve.
A&T: Come giudica i risultati raggiunti da DAF Veicoli industriali nei primi nove mesi del 2024?
Dodoni: Non ci lamentiamo. Abbiamo un portafoglio ordini di tutto rispetto e stiamo raggiungendo i target concordati con Casa madre. Sono state introdotte misure di incentivazione per i dealer e abbiamo intensificato, come DAF Veicoli Industriali, la presenza sul territorio, per sfruttare a tappeto tutte le opportunità, incluse quelle offerte dalle flotte non hanno ancora in servizio un DAF. Fino a un paio d’anni era sufficiente avere camion in pronta consegna per venderli. Ora il vento è cambiato.
Mi aspetto grandi risultati dall’introduzione della gamma Model Year 2025 per molteplici ragioni. A cominciare dai vantaggi offerti dalla normativa UE sulle masse e dimensioni dei veicoli – siamo stati i primi e gli unici ad averla interpretata al meglio – ai motori a ciclo Miller, fino al rapporto al ponte di 2,05 – che significa a 938 giri/min a 85 km l’ora – oltre ad altre innovazioni piccole e grandi che incrementano il comfort dell’autista e ai sistemi di sicurezza attiva e passiva.
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A&T: A che punto è programma Plug & Play per semplificare l’allestimento dei cabinati? Quali sono gli ultimi sviluppi?
Dodoni: Da gennaio 2025 sarà disponibile la parametrizzazione dei cablaggi per tipologia di allestimento. A metà del prossimo anno arriveranno soluzioni specifiche per ciascun allestitore. Così il concessionario potrà ordinare il mezzo di traporto con una regolazione delle prese di forza adatta al singolo costruttore. La configurazione veicolo con le relative predisposizioni è, invece, già disponibile adesso. L’iniziativa Plug & Play è una manna per i costruttori di sovrastrutture, che risparmiano tempo e denaro.
A&T: Parliamo del tema controverso della mobilità elettrica. Quali argomenti possono convincere i trasportatori a passare all’e-mobility?
Dodoni: Per esempio, ci sono le normative restrittive a livello cittadino. Londra è stata la prima ad adottarle. Se parliamo di lunga distanza, la tecnologia c’è già, ma mancano infrastrutture adeguate. Immediatamente ‘aggredibili’ dalla e-mobility sono i servizi municipali, poiché le percorrenze sono limitare e occorre un solo punto di ricarica, per esempio in deposito. Bisogna, però, verificare l’assorbimento energetico dell’allestimento. Questa clientela ragiona in termini di servizio alla comunità. Le municipalizzato sono sicuramente il primo target per gli elettrici. Come Gruppo Paccar possiamo fornire punti di ricarica e la consulenza per il design del sito di rifornimento energetico.
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