venerdì, 10 Gennaio 2025

Immatricolazioni segmento pesante: il punto su UE, USA e Cina

L’anno della normalizzazione del mercato dei mezzi di trasporto dopo l’onda lunga delle perturbazioni post-covid dovute all’inflazione, alla mancanza di componenti e alla dilatazione dei tempi di consegna e alla corsa agli acquisti nel 2023, si è concluso in modo positivo per l’Italia.

L’unica eccezione è rappresentata dal comparto dei trainati, che accusa una flessione di poco superiore al 13% rispetto all’anno precedente. E, nella UE, il trend dei primi nove mesi del 2024, in attesa dei dati definitivi dell’ACEA di dicembre 2024, sembra suggerire una flessione non drammatica – dell’ordine del 9-10% – per i camion oltre le 16 ton, cui si contrappongono gli incrementi delle vendite di commerciali leggeri (+8,5% nel periodo gennaio-settembre 2024) e degli autobus (+16% nello stesso lasso di tempo).

Il mercato nazionale dei camion oltre le 3,5 tonnellate di massa totale a terra chiude il 2024 con circa 27.800 libretti, rispetto ai 28.900 del 2023, pari a un calo dello 0,6%. Su questa performance di tutto rispetto, paragonabile solo, in termini di volumi, ai risultati del periodo 2005-2008, ha influito l’anticipo delle decisioni d’acquisto da parte delle aziende di trasporto legata all’entrata in vigore della normativa di sicurezza GSR-2 (General safety regulation) a luglio 2024. Il frazionamento del mercato fra trattori e carri conferma la partizione quasi al 50% fra le due tipologie di veicoli (49,9% trattori e 50,1% autotelai cabinati).

Nella segmentazione per classi di peso, si classificano al primo posto con più di 23.700 unità i pesanti oltre le 16 tonnellate (82,7% del totale), seguiti dai camion da 5 a 8 ton (8,1%), dai modelli da 8 a 12,5 ton (4,5%), da 12,5 a 16 ton (3,5%) e dagli industriali leggeri da 3,51 a 5 tonnellate (1,2%).

Buona la performance dei commerciali leggeri

Anche dall’immatricolato dei commerciali leggeri arrivano segnali positivi. Il 2024 si è chiuso, infatti, con circa 198.500 libretti, a fronte dei 196.700 dell’anno precedente, pari a un incremento dello 0,9%. Qualche preoccupazione arriva, però, dal calo delle registrazioni, evidenziatosi a partire da agosto 2024 e proseguito fino a dicembre. In tutto questo lasso di tempo, i dati dell’immatricolato mostrano una flessione rispetto ai corrispondenti mesi del 2023.

Battuta d’arresto per i semirimorchi

Con circa 13.500 libretti di circolazione emessi nel 2024 (rispetto ai 15.500 dell’anno precedente), il comparto dei rimorchiati chiude l’anno con una contrazione complessiva del 13,1%. Che tiene conto di un calo del 14,5% dovuto ai semirimorchi, a fronte di un lieve incremento dei rimorchi (+1,5%). In termini geografici, la maggiore diminuzione delle vendite (-22,6% sul 2023) si registra nelle regioni del Nord-Est d’Italia, seguite da quelle del Nord-Ovest (-20,7%) e dal Centro (-7,5%). In controtendenza il Sud e le Isole, che mettono a segno un +1,4%.

Crescita a doppia cifra per gli autobus

Nel nostro paese il settore bus oltre le 3,5 tonnellate di massa totale a terra ha fatto registrare lo scorso anno una performance stellare, mettendo a segno una crescita del 27% dell’immatricolato rispetto al 2023 (oltre 6.600 unità in confronto alle 5.200 circa dell’anno precedente, con un rush finale nell’ultimo scorcio dell’anno), in netta accelerazione dopo il +16,1% accumulato nel periodo gennaio-settembre 2024. Per gli urbani e interurbani sono stati rilasciati rispettivamente 2.660 e 1.944 libretti, mentre i turistici si sono attestati a 1.423 pezzi, seguiti dagli scuolabus (612).

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Uno sguardo all’Europa

In attesta di conoscere i volumi totali a fine dicembre 2024, i dati ACEA per la Ue relativi al periodo gennaio-settembre 2024 indicano una riduzione del 7,5% sul 2023 delle immatricolazioni di veicoli industriali (249.708 unità in tutto). Questa variazione tiene conto della contrazione del 9,5% dei veicoli pesanti oltre le 16 tonnellate di massa totale a terra e del contemporaneo aumento del 3% dei camion del comparto medio (44.200 unità circa). Sulle performance dei primi nove mesi del 2024 hanno pesato i risultati negativi di due dei principali mercati Ue, la Germania (-7%) e la Francia (-4,3%). In controtendenza i van, che mettono a segno un +8,5% sui primi nove mesi del 2023, attestandosi a 1,17 milioni di unità.

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I Classe 8 a stelle e strisce

Negli Stati Uniti il segmento più importante in termini di volumi di vendita e di importanza economica è quello dei pesanti di Classe 8, che comprende i veicoli oltre le 33 mila libbre (circa 15 tonnellate) e, soprattutto, i trattori stradali adatti a combinazioni di 80 mila libbre e oltre di peso complessivo. Questi ultimi rappresentano, infatti, quasi l’80% delle vendite dei veicoli di Classe 8. Nei primi undici mesi del 2024 il mercato dei pesanti ha subito una contrazione (non drammatica) del 10,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, attestandosi a circa 218 mila unità (erano 243 mila nel 2023).

Le prospettive per quest’anno appaiono incoraggianti, con volumi di vendita stimati (fra Stati Uniti e Canada) di 250-280 mila unità o, addirittura, di 290-300 mila unità, secondo le previsioni dei maggiori player di mercato. Due i fattori di ottimismo. Da un lato, la robusta richiesta di veicoli specializzati, inclusi i cava-cantiere, i cosiddetti vocational. Dall’altro l’anticipo delle decisioni d’acquisto dei pesanti stradali da parte di numerose flotte, in vista dell’entrata in vigore nel 2027 della Fase 3 del regolamento sulle emissioni di gas clima-alteranti.

I numeri del gigante asiatico

La Cina è il principale mercato mondiale di veicoli industriali. Che sia così lo dicono i numeri dei camion venduti appartenenti al segmento pesante sopra le 14 tonnellate di massa totale a terra. Nei primi 10 mesi del 2024 sono stati, infatti, messi in strada circa 749 mila mezzi, con un decremento del 4,91% rispetto all’anno precedente. Questi volumi non devono stupire poiché, in passato, sono stati toccati record di 1,4-1,5 milioni di pezzi in occasione del varo di giganteschi piani per la realizzazione di infrastrutture o a causa dell’anticipo delle decisioni d’acquisto da parte delle flotte prima dell’entrata in vigore di nuove normative anti-inquinamento.

Questi riscontri di vendita si accompagnano alle due trasformazioni tecnologiche in atto in Cina. Da un lato, la rapida crescita delle immatricolazioni di veicoli elettrici pesanti, che si affidano alla sostituzione dell’intero pacco batterie (Battery swap), anziché alla ricarica degli accumulatori presso stazioni dedicate. La seconda trasformazione riguarda la robusta adozione di motorizzazioni a gas naturale liquefatto (LNG), un carburante che nel paese asiatico costa dal 18 al 20% in meno rispetto al gasolio.

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